▲ Cap. 1-9

Commentarij

Parte III

Cap. 10

Trattate abbiamo quelle cose che sono da essere preposte per lo modo del uedere; hora si conuiene considerare che cosa sia questo modo o in che modo si faccia la prima che si considera si è che’ l uedere à bisogno della spetie cioè della similitudine, della cosa uisibile imperò che sanca quella non si uede secondo che dice Aristotile nel secondo dell’ anima: che uniuersalmente il senso riceue le spetie et similitudini delle cose sensibili acciò che’ lla operatione del sentire si faccia. Ancora conuiene che la cosa che patisce sia assimigliata per la cosa page che fa ed adopera. Ma il senso del uedere è uirtù passiua, si come mostra Aristotile nel secondo libro dell’ anima: et però conuiene sia assimigliato alla cosa che fa la quale è la cosa uisibile. Ma se‘ lla similitudine della cosa non è se non la spetie sua che si pigla per la similitudine, si come tutti i saui et dotti sanno, ancora la cosa fa sempre la sua spetie d’ ogni parte secondo tutti i diametri. Ma obstaculo et contrapositione sia tra la spetie della cose e’ l uedere, l’ atto del uedere non gli fa ma quando ogni inpaccio e impedimento si rimuoue si che la spetie uenga all’ occhio: allora la cosa si uede: per la qual cosa si conuiene che’ l uedere sia fatto per la similitudine et spetie della cosa: ma spetialmente per la spetie della luce et del colore et che colori adoperano nel uedere è manifesto: che quando alchuno arà guardato un prato uerde sopra del quale nasca la luce del sole et poi stia a raguardarlo et dopo a questo rimuoua il suo uedere et uada in luogo scuro et trouerrà in quello luogo la forma di quella luce colorata della uerdeza di quella erba di quello prato. Et se in questa e’ raguarderà le cose bianche et nella ombra et nel luogo che abbi debole luce trouerrà et uedrà i colori delle cose mescolati. Et se esso raguardante chiuderà 1’ occhio in esso trouerrà la forma nell’ occhio di quella uerdeza et se esso guarderà colore azurro o purpureo o altro colore forte come ciascuno può prouare. Addunque page è necessario che il colore adoperi alcuna cosa nel senso del uedere: ma la luce adopera più nel senso del uedere et fa debole la operatione del uedere: ma la luce molto debole et piccola non muta el uedere si come è necessario: ancora non manifesta le cose. Ma la luce mecana conforta il uedere nella sua operatione et manifesta le cose che sono presso sufficientemente et però la spetie della luce maximamente si richiede al uedere. Et ancora noi ueggiamo l’ aspetto e’ l riguardare si è mutato il colore diuerso et apparisce al uedere si come nel collo della colomba secondo che la uolge il collo alla luce a diuersi siti, et cosi è della coda del pagone. Similmente fanno molte cose si come gli scogli di pesci, la aercia corrotta et putrida et alchuni altri uermini, l’ uccello si chiama nocturna, quando la luce nasce, sopra a queste cose la luce loro sta nascosa et uedesi in loro colore. Ma quando sono nelle tenebre la luce loro apparisce. Addunque prouato è ch’ ella spetie della luce maximamente à opera nel uedere: et sanca nessuna contradictione noi prouiamo che sanca luce non si uede niente. Et però si conuiene la luce di fuori del sole o delle stelle o del fuoco sia presente nell’ aria ouero la luce propria dell’ occhio multiplicata si come adiuiene dell’ occhio del gatto per la qual cosa si richiede la spetie della luce sempre bisognare. La seconda cosa sicchè non si fornisca el uedere nè termina negli occhi secondo che page insegnano tutti gli auctori della prospettiua imperò che due spetie diuerse insieme uengono agli occhi e‘ lla diuersità delle spetie fa diuerso guidicio, per la qual cosa e per diuerse spetie una cosa sarà iudicata essere due. Et similmente adiuiene per la diuersità del indicante, però che in due occhi si fanno due diuersi iudicij. Adunque una cosa sarà stimata diuersa da se medesima, adunque conuiene sia un’ altra cosa che senta et cognosca pel senso fuori degli occhi nel quale si comparte l’ atto del uedere, del quale gli occhi sono strumenti i quali rendono a‘ llui le spetie della cosa uisibile. Et questo è uno neruo comune nella superficie del ceruello doue concorrono due nerui che uengono da due parti del ceruello dinanzi i quali dopo el corso si diuidono et distendono, infino agli occhi. Et quiui è la uirtù uisiua come nel fonte. Et perchè questa uirtù fontale è prima è una, alla quale le uirtù degli occhi sono continuate per lo mezo de’ nerui ottici, per questa ragione una cosa può parere una, quanto è per questa cagione. Ancora conuien che due spetie uegnenti dall’ occhio concorrino a uno luogo ne’ nerui comune et conuiene che di quelle due spetie se ne facci una maggiore et più piena che non è l’ una di quelle. Queste spetie non si diuidono poi che’ lle no uengono a uno luogo allora perchè la uirtù è una e‘ lla spetie è una et fatto il giudicio da una cosa della qual chosa questo è segno che una cosa par due, page quando le spetie uengono da due occhi a uno luogo nel neruo comune, et questo è manifesto però che’ l sito naturale degli occhi si muta come se il dito sia posto sotto 1’ occhio o ueramente sia un poco mosso dal luogo suo, allora amendue le spetie de’ due occhi non uengono da’ due occhi in uno luogo, non uengono in uno luogo nel neruo comune, et allora una cosa par due, come adiuiene del lusco che non à el sito simile degli occhi a rispetto del neruo comune et però le spetie degli occhi suoi ueranno adiuersi luoghi nel neruo comune se diligentemente non si guata et dirizi el sito d’ essi occhi. Et però a esso lusco una cosa pare due, ma gli occhi composti bene et sani ànno uno simile sito per rispetto del neruo comune, et però due spetie ueggono in uno medesimo luogo in lui. Et fassene una medesima spetie acciochè cosi uno solo giudicio per una cosa et per una spetie è una uirtù che sente. Et la sperientia insegna che quando è offeso il neruo comune, el uedere si guasta negli occhi et non si guasta la uirtù del neruo comune per offesa degli occhi. Et quando el neruo comune è unito et guarito, l’ atto del uedere si fa negli occhi sani. Quando gli occhi sono sanati, e’ si fa el uedere perchè la uirtù fu salua nel neruo comune. Ma perchè alla tendice che è l’ ultima parte che sente nella parte dinanci del ceruello, cosi parrebbe ad alcuno che questa ultima cosa che sente fosse il senso comune, la imaginatione o la fantasia page che sono nel ceruello come dinanci è detto prima spetialmente come è detto. Conciò sia cosa che quiui sia detto, il giudicio d’ alcuna cosa sensibile non si compie innanzi che’ lla spetie uenga al senso comune. Ma dire si debba che l’ ultima cosa che sente può essere principio di tutti i sensi et cosi non par la ultima chosa che e’ sente et quella che sente nel senso del uedere et questo ultimo sentiente è il senso comune. Nella parte dinanzi del ceruello altrimenti l’ ultima cosa che sente è 1’ uedere, come abbiamo detto, è dello udire o dello odorare. Et negli altri si parlando d’ uno senso particulare et cosi l’ ultima cose che uede è el neruo comune et per rispetto di due occhi che sono strumenti et sono prima mutati dalla cosa uisibile, si come le carruchole simili alla sommità della poppa sono che prima sono mutati dell’ odore il neruo el quale esse carruchole sono continuate appresso alla parte dinanzi del ceruello et strumento radicale et fontale del odore. Ma quando Alacen dice ch 1’ ultima cosa che sente è dalla parte dinanzi del ceruello et similmente si distende tra due stremità ouero sommità a’ llato al ceruello e più presso che 1’ neruo del uedere è molto necessario all’ animale che è si confortato, che il ceruello sia confortato per lo odore et spetialmente nello huomo però che maggiore ceruello. Non solo gli occhi giudicano della cosa uisibile ma il giudicio comincia in loro sicchè maggiore corpo che altro animale. Si come page dice Aristotile nel libro degli animali, et cosi è manifesto che la uirtù uisiua fontale del neruo comune et similmente manifesto che gli occhi sentono et non solo il neruo comune, ma perchè gli occhi sono ordinati alla uirtù radicale et fontale e da quella procedono la uirtù et gli occhi et al uirtù sensitiua è continuata per tutto il neruo comune et dal neruo comune agli occhi, si come dice Alacen, però una è l’ operatione uisiua et non diuisa, la quale è terminata per gli occhi et per lo neruo comune, benchè Alacen dica che l’ occhio è strumento della ultima cosa che sente et è mezo tra esso strumento e‘ lla cosa uisibile, non dimeno di necessità l’ occhio à giudicio et uirtù di uedere benchè non sia giudicio compiuto, però che l’ angulo della quantità della cosa et non passa l’ omore graciale. Et ancora 1’ ordine della cosa ueduta è fatto secondo il suo essere nella superficie dello humore graciale per lo quale ordine la cosa si conosce distintamente.

Cap. 11

O nobilissimo, noi dobbiamo considerare si come uerificato è ne’ detti dinanzi, che la operatione naturale del uedere si termina per una piramide la cui punta et extremità è nella cose che patisce et la basa e’ lla superficie della cosa che fa la spetie, però che cosi la uirtù uiene da tutta la cosa che adopera et è contraposta et quella che patisce come prima fu dichiarato, et questa contrapositione si fa acciò che‘ lla operatione sia forte et compiuta. Et però nel uedere si richiede page acciò che la spetie uenga da tutta la superficie della cosa che essa fa: ma bene che nella alteratione naturale delle che patiscono, si richieggia che tutte le piramide uenghino a tutte le parti delle cose che patiscono, però ciascun punto della cosa che patisce si dee alterare, non dimeno nella alteratione del uedere si dee principalmente non si richiede se non che una piramide uenga della forma che fa la spetie et richiedesi che’ 1 conio cioè la punta di quella piramide chaggia nello occhio, la quale piramide cade et uiene perpendicularmente sopra all’ occhio, sicchè tutte le sue linie sieno perpendiculari sopra a detto occhio. Però che particularmente non si richiede altro se non ch’ el uedere distintamente et certamente et sufficientemente comprenderà essa cosa et di questo si può fa pruoua per una piramide nella quale sieno tante linie quanto sono parti nel corpo ueduto; la uirtù uisiua sopra le quali parti peruenghino tutte le spetie da ciascuna parte in fino alla parte dinanci dello humore graciale nel quale è la uirtù uisiua, et quelle linie saranno terminate a tutte le parti dello humor graciale nel quale è la cosa ueduta, fieno ordinate nella superficie del membro che sente, si come le parti sono ordinate in essa cosa ueduta acciò che’ 1 giudicio sia fatto distinto di tutte le parti et non confuso. Et queste linee sono perpendiculari sopra all’ occhio acciò che le spetie es- page senti più potenti acciochè 1’ occhio possa meglo uedere et giudicare d’ essa cosa fortemente et potentemente et sufficientemente secondo l’ esser della cosa: però che l’ occhio non giudica o e’ giudica male per le linie che siano solo et non perpendiculari per la deboleza della spetie uegnente. Benchè quelle spetie non perpendiculari concorrenti colle perpendiculari sopra all’ occhio più abbondante et meglo adoperino a cognoscere la cosa uisibile, si come di sotto sarà manifesto. Ma assai è detto di sopra della perpendicularità et delle linie et delle spetie et perchè e’ lleno si richieggono alla bontà della operatione et questo si disse nel trattato della multiplicatione delle spetie. Ma hora è da uerificare che nella superficie dello humore graciale auengha dio che’ lla sia poca, si può fare diuisione di ciascuna cosa uisibile per ordinatione delle spetie uegnenti da esse cose uisibili, perchè la spetie della cosa quantunche sia grande si può ordinatamente porre in minimo spatio, però che tante sono le parti d’ un minimo luogo o corpo quante sono le parti d’ uno corpo grandi, perchè ogni corpo si può diuidere sanca fine et ogni cosa che à quantità secondo che grida la phylosophia et Aristotile lo pruoua nel VI libro della physica che‘ lla diuisione che à alcuna quantità non finisce a cosa indiuisibile et non si compone di cosa indiuisibile. Et però tante parti sono in uno granello di miglo quante ne sono nel diametro della terra, la quale cosa è manifesta nella page figura. Esi fa uno triangolo o una piramide d’ una grande basa che sia ABC et sotto la punta si tirata è fatta una linea a breuissima che abbi nome CD, et allora è manifesto che da ogni punto della linea AB si può menare una linea nel punto C; però che da uno punto a un’ altro è lecito di tirare una linea diritta et per quella ragione per la quale dalla extremità della basa del triangulo si può tirare una linea nel punto C. Ancora si può tirare dagli altri suoi punti et da tutte le sue parti imperò che infinite linee si possono determinare a uno punto et questo è assai noto. Addunque se tutte queste linie agiungono al punto C, elle passano per li punti della linea data che à nome D. E conciò sia chosa che‘ lle non corrino innanzi al punto C, elle passeranno per tutti i punti della linea D imperò che se tutte queste linie o alcune passassino per uno medesimo punto, elle concorrebbono et congiugnerebbonsi innanci al punto C. Ma posto è di sopra el caso che no, perchè se il concorso di tutte le linie o d’ alcune si facesse in alcuno punto della linea DE, sanza dubbio la loro coniuntione si diuiderobbono insieme in infinito et non concorrebbono mai nel punto C, come è manifesta in questa piramide.

Cap. 12

Come è manifesto al senso in questa piramide più che all’ altra et fa molto più breue à nome FGH, et però no ne auiene la confusione nel uedere quando la spetie grande uiene alla superficie dello humore graciale, perchè la spetie delle parti page della cosa ueduta quantunche grandi elle siano, possono essere ordinate nella superficie dello humore graciale per la diuisione della quantità che procede sanza fine et che pone tante parti nel corpo grande quante sono nel piccolo. Ancora è ueduto di rimuouere un’ altra confusione che si potrebbe fingere d’ altronde per altra cagione, però che da ciascuna parte una cosa ueduta escono infinite spetie come è detto nelle ... delle multiplicationi. Adunque allora ciascuna parte dello humore graciale uiene la spetie da tutta la cosa et uengono ciaschedune piramide le punte le quali sono in ciascuno punto dell’ occhio et della cornea et della uuea le base di tutte et la cosa ueduta: et però ciascuno punto della cornea et del foro dell’ uuea arà in se tutte le spetie delle parti confuse et mescolate, per la qualcosa sarà fatto el giudicio confuso et non è da dire che ciascuno punto dell’ occhio si può diuidere sanza fine sicchè noi caggiamo nella gauillatione di prima, però noi pigliamo qui el punto della pupilla cioè della luce o uero la parte d’ essa per una cosa minima che si può sentire nella diuisione, della quale diuisione noi uisiamo qui nella diffinitione delle parti del membro che sente secondo la diuisione delle parti della cosa ueduta, benchè a uno medesimo punto dell’ occhio uenga la punta d’ una piramide da tutta la cosa, benchè le spetie sieno mescolate da tutte le parti, non dimeno la spetie non uiene perpendicularmente a uno punto dell’ occhio o della cor- page nea et del foro dell’ uuea uengono infinite spetie de dinanti et perpendiculari alli anguli inequali. Et però conciò sia cosa che’ l corpo dell’ occhio sia più denso et più stretto che quello della ariaè necessario secondo le leggi della frattione delle spetie determinate che tutte quelle linee declinanti siano rotte nella superficie della cornea; et per chadere le linie agli anguli inequali fa debile la spetie et ancora la fractione d’ esse et lo andare perpendiculare e forte, però la spetie che ua perpendiculare nasconde tutte le spetie declinanti d’ essa si come la luce è maggiore et più forte nasconde molte luci deboli. Si come la luce del sole nasconde molte luci di stelle. Onde da esso punto e’ uiene la linea perpendiculare al punto B et a quello medesimo B uiene la linea AB non perpendiculare conciosia cosa ella non uadia nel centro dell’ occhio et però la spetie d’ essa A sia nascosa, benchè le spetie d’ essa A possino uenire dal punto B allo humore graciale pre la linea BD rotta et però el giudicio si pigla delle linee perpendiculari le quali piglano ciascuno punto della pupilla cioè della luce dell’ occhio. Et questa piramide è detta piramide uisuale et radiosa per la quale si fa principalmente il uedere et questo io dico per ben che i raci che escono del punto della cosa della quale uiene la spetie perpendiculare al punto dello occhio non causa in quello punto dirittamente, non dimeno esse spetie possono giugnere dagli altri punti per la page fractione nelle quali ellono causano nelle tuniche dello occhio a uno medesimo luogo dello humore graciale e del neruo comune, al quale la spetie perpendiculare uiene sopra all’ occhio da uno medesimo punto, dal quale uengono le spetie declinanti, acciochè il uedere cosi sia fatto più abondantemente da ciascuna parte della cosa ueduta. Conciò sia cosa che ella sia ueduta per suoi razi retti et rotti. Ma di questo si farà mentione ne’ capitoli. Et ancora io dissi per altra cagione che il uedere si fa principalmente per una piramide radiosa perchè solo questa piramide è perpendiculare sopra all’ occhio et cade nel foro dell’ uuea et è dirittamente contraposta al foro cioè el centro dell’ occhio et però fa la uisione et l’ atto dello uedere buono et principale, non dimeno le spetie possono uenire fuori di questa piramide all’ occhio che caderanno sopra alla cornea et romperannosi tutte acciochè il uedere cosi sia fatto. Ma sarà debole però che le cose uedute non perpendicularmente non appariscono manifeste all’ occhio. Et poi noi possiamo qui considerare due piramide, cioè la piramide principale che cade nel foro dell’ uuea o uero una piramide maggiore composta di questa principale et delle spetie che uengono dall’ una et dall’ altra parte del foro sopra alla cornea, la qual chosa tutta ragunata non si chiama piramide uisuale nè anche piramide radiosa benchè uegga per essa. Ma alcuna cosa principalmente et manifestamente si chiama piramide uisuale. Et page l’ altra e chiamata tortamente et debolmente come è quello che cade dentro alla piramide uisibile. Et l’ altra è chiamata piramide uisuale tortamente et debolmente quella parte che cade fuori della perpendiculare. Onde la cosa può essere si grande che alcuna parte di quella cadrà nella piramide uisuale et sarà bene ueduta et l’ altre parti da’ lati cadranno fuori della piramide sopra all’ occhio et saranno male uedute o ueramente può auenire che una cosa mezana caggia nella piramide uisuale ell’ altre cose saranno uedute da’ lati. O uero può essere che più cose piccole cadranno nella piramide uisuale et dal lato similmente altre cose. Ma quella che cade nella piramide uisuale sarà sempre ueduto principalmente et manifestamente e niuna altra cosa: ma quella cosa sarà ueduta manifestamente nel fine della certeza alla quale sarà determinata l’ asse cioè la linea del meco della piramide uisuale, perochè quella linea è perpendiculare sopra tutte le tuniche et gli homori degli occhi et passa per tutti i centri. Et però la spetie che uiene a essa asse cioè la linea diritta et fortissima et pienissima. Et fa certeza della cosa. Ma di questo si parlerà di sotto.

Cap. 13

Ma ancora non è piccola dubitatione intorno alla dichiaratione della confusione del modo del uedere. Però secondo la uerità delle spetie degli occhi si mescolano in ogni punto del mezo pero che de’ colori extremi si fa il colore di mezo et di due cose d’ una medesima natura specifica si fa una cosa, perochè Aristotile dice nel page IX libro della methaphisica che’ lle cose contrarie fanno una cosa mezana, si come fa il bianco el nero e il colore mezano, et due biancheze concorrono in una quando sono in uno medesimo suggetto, però che in uno medesimo luogo e suggetto non si possono anouerare. Ma di quelle due si fa una biancheza. Concorrono in una quando. Ma come auiene di colori cosi auiene delle spetie, però che la spetie della cosa è di quella natura della quale è la cosa che fa. Et però la spetie del colore è della spetie del colore et della generatione d’esso colore, però che la spetie et similitudine della biancheca non può essere sustantia et non può essere in altro predicamento che nella qualità: et non può essere in altra generatione nè in altra spetie spetialissima che nella biancheza. Et però che la spetie della biancheca non è nereza o uerdeza o altra qualità. Addunque si conchiude che la spetie della biancheca che è la sua similitudine sarà indiuiduo et una cosa predicalmente della biancheza, per la quale cosa si come la biancheca si si mescola colla nereca in uno medesimo suggetto, cosi la spetie e’ lla similitudine della biancheca si mescola colla similitudine della nereca. Et se questo è uero addunque la spetie della cosa uiene mescolata da ogni punto dell’ aria all’ occhio perpendicularmente, et tutta la piramide radiosa sarà mescolata dal luogo del mescuglo nella aria et questo è necessario. Ma la moltitudine de’ phylosophi uole in questa parte inpacciare et negare page questo detto. Et dicono che la spetie della cosa à il suo essere spirituale nel mezo et nel senso impongono questo ad Aristotile et Aueroys nel secondo libro dell’ anima; et perchè queste spetie ànno l’ essere spirituale et non materiale, però essi non osseruano le leggi delle forme materiali et per questo non si mescolano però che’ Ile forme materiali si mescolano per l’ essere materiale et però pongono diuerse spetie di luce nel meco sono anouerate come lumi infiniti in uno medesimo punto dell’ aria et sono distinte le spetie del colore. Et tutte queste spetie delle cose e per questo il senso del uedere può distintamente et chiaramente uedere le cose. Et questo è molto graue però che contiene molte cose false et da non essere udite però che e’ si crede che sia di bisogno porre la diuisione del uedere la quale eglino stimano essere fatta, se le spetie delle cose non fusson distinte nell’ aria. Addunque io saluerò prima la distintione del uedere, acciochè si uegga non è necessario di errare in questo modo. Et poi rimouerò più ageuolmente l’ errore predetto. Et sporrò gli auctori che paiono essere contrarij a questo. Dico addunque che le spetie et similitudine delle cose anno l’ essere materiale et naturale nel meco come è l’ aria nel senso. Et dico che le spetie contrarie come sono quelle del biancho et del nero et de’ colori mecani si mescolano insieme che è l uero modo di mescuglo. Et dico che una è la spetie di due bianchece et di due luci et che dell’ alt- page re spetie o uero similitudini d’ una medesima spetie predicalmente et dal luogo del mescuglo u’ era la spetie mescolata all’ occhio et tutta la piramide sarà mescolata. Ma la spetie d’ una cosa uisibile alla principalmente et prima multiplicatione. Ma l’ altre spetie ànno la multiplicatione accidentale. Ma la principale ouero prima multiplicatione è diritta rotta et reflexa cioè piegata, et uiene dalla cosa che ella produce, si come è uerificato di sopra, ma la multiplicatione accidentale o uero secundaria non uiene dalla cosa che fa la spetie, ma uiene dalla spetie principale, si come del lume che uiene dagli anguli della cassa dallo raco del sole cadente dalla finestra o uero per la finestra. Et questa spetie secundaria è si debole che non à similitudine alla principale et non mena l’ occhio in quella cosa dalla quale uiene la multiplicatione. Onde e’ sente l’ uomo in uno canto della casa auente la spetie secundaria della luce del sole nell’ occhio non uede el sole. Ma auendo uede el raco cadente per la finestra, ma se egli porrà l’ occhio al raco principale, allora uedrà el sole; dico adunque che come il raco perpendiculare nasconde tutti i raci declinanti da lui che sono terminati co’ llui, cosi el raco principale nasconde tutti i raci accidentali. Onde nel punto che si chiama D è uno mescuglo della biancheza et della nereca et della rosseca. Et da questo punto uiene la spetie mescolata infino all’ occhio sopra alla linea D, è uno mescuglo della bian- page checa et della nereca et della rosseca. Da questo punto uiene la spetie mescolata fino all’ occhio sopra la linea DE. Ma nella linea DE non è la principale multiplicatione se non dal BA uisibile et non dal A nè dal C, ma da’ lloro uiene la spetie accidentale et secondaria però che la moltiplicatione simile alla A et al C no uiene se non dalle spetie loro et non dal loro. Ma la principale multiplicatione nasconde tutte le multiplicationi accidentali, si come la spetie perpendiculare nasconde tutte le spetie declinanti che sono determinate co’ llei, et cosi tutta la piramide è mescolata in ciascun luogo. Ma niuna mìstione cioè mescuglo uiene all’ occhio secondo la multiplicatione principale. Et questo è confermato per questa ragione che quando ànno diuersi colori, anno una medesima moltiplicatione principale, allora apparisce all’ occhio il colore mescolato. Si come auiene quando il uetro o uero il cristallo o uero uno altro corpo transparente è colorato et posto dinanci al uedere et un altro corpo denso et oscuro et sia dirietro a quello corpo transparente diritto et quello è al uedere, allora la spetie dell’ uno et dell’ altro corpo andrà nel senso del uedere in uno medesimo luogo secondo la multiplicatione principale et però pare uno colore mescolato. Et però per lo contrario el colore semplice apparirà quando uno colore moltiplica se medesimo secondo la linea principale ell’ altro accidentalmente, benchè in uno medesimo questa multiplicatione si facci. Addunque se page i phylosophi considerassino questa distintione del uedere, essi non porrebbono che le spetie non si mescolano nel meco, però caggiono in questo errore perchè non sanno saluare la distintione del uedere. Et non porrebbono che le spetie cioè diuisione d’ esso uedere.

Cap. 14

Et quando alcuni philosophi dicono che la spetie o uero similitudine della cosa à l’ essere spirituale nel meco cioè nell’ aria, questo non è piglando propriamente questo nome spirituale secondo che noi diciamo però che paiono. È manifesto che' lle spetie delle cose corporali non sono spirituali. Addunque è di necessità che abbino l’ essere corporale et se ànno l’ essere corporale, allora ànno l’ essere materiale. Et però debbon seruare le leggi delle cose corporali et materiali. Et però el corpo e’ llo spirito sono cose contrarie sanca meco. Se ànno l’ essere corporale, allora ànno l’ essere materiale et però si debbono mescolare, quando sono d’ una medesima spetie, però che’ lle spetie et similitudini della cosa corporale. Ancora la spetie è uno mezo corporale et materiale. Et ogni cosa che è riceuuta in una altra cosa. Et secondo il modo et è per lo modo della che riceue. Sie come si tratta.

Cap. 15

La diffinitione la quale è tra’ uisibili si comprende dal uiso per la distinctione delle forme de’ due delli corpi de’ due uisibili distinti preuenienti nel uiso, ma la distinctione la quale tra ciascheduni due corpi o che egli è luce o che u’ è page corpo colorato illuminato o sarà oscurità. Quando è distinta o uero el uiso arà del colore del corpo o per la forma della scurità la quale è nello luogo. Distinctione peruiene nella parte del uiso giacente tra due forme de’ due corpi peruenienti al uiso alla luce et al colore et alla oscurità e‘ llo corpo giacente tra due corpi continuati con ciascuno de’ corpi. Se addunche el uiso non arà sentito che la luce o la scurità la quale è nel luogo della distinctione, non è il corpo continuato con ciascuno de’ corpi equali nelle latora, non sentirà la distinctione non è il corpo continuato con ciascheduno de’ corpi e quali nella terra non sentirà la distinctione de’ due corpi et obliqui al luogo della distinctione al luogo de’ due corpi. Et ancora la superficie de’ due corpi. Et ancor la distinctione forse sarà la obliquatione delle due superficie. La superficie dell’ uno manifesta al uiso et ancora forse che no. Quando addunque la obliquatione de’ due corpi o ueramente della superficie de’ due corpi sarà manifesta al uiso la distinctione da due corpi; el uiso addunche comprende la distinctione de’ due corpi per la comprensione d’ amendue e corpi. El uiso comprenderà la distinctione de’ due corpi per la comprensione della luce, per luogo della distinctione per quello luogo e dalla parte di drietro delle due distinctioni per li due corpi. È diuerso o per la comprensione dello luogo della obscuratione dello luogo della distinctione comprendendo questo essere oscurità et non page corpo continuato: et per la comprensione della obliquatione della superficie d’ uno de’ due corpi. Ogni cosa che comprende el uiso per la distinctione delli corpi non si comprende se non secondo alcuna di queste intuitioni e‘ lla distinctione sarà forse fra questi due corpi et non diuersi cioè che fra due corpi sono continuati. Et per la comprensione della secondo alcune parti et diuerse cioè che due corpi sono continuati secondo alcuni, come sono le dita et le membra delli animali o' lle ramora dello albero. Et secondo alcuna dispositione non comprende la distinctione se non secondo e modi che noi abbiamo dichiarato. Et forse si comprende la distinctione de’ corpi per la cognitione et per la scientia antecedente. Ma quella comprensione non è per lo senso del uiso, è alcuna dimostratione di corpo et ampla et alcuna uolta è stretta. La distinctione ampla non si asconde la maggior parte per la apparentia del corpo risguardante la distantia perchè quello corpo apparisce diuerso all’ uno et da l’ altro delli corpi distinti. Appare la comprensione della luce et della uacuità dello illuminato respiciente della distantia. Ma la distantia poca et stretta non si discerne dal uiso se non nella remotione nella quale non si asconde dal uiso el corpo del quale la quantità della amplitudine della distantia non comprenderà el uiso. Et se la remotione de due corpi sia dalla remotione mediocre, el uiso arà compreso e due corpi uera comprensione imperò che’ lla remotione mediocre è page quella nella quale non si asconde in ogni modo la quantità sensibile a rispetto della quantità del tutto la remotione. La uera comprensione è quella la quale è la uerità della cosa uisa in tutto l’ amplitudine della distantia di tale quantità carente di proportione sensibile alla remotione della cosa uisa et carente la quidità sensibile rispetto degli due corpi distincti, perchè la distinctione sarà forse per quantità d’ uno cappello. Ma questo diminuto o uuoi diminutione non togle però la distintione la distantia tra gli sensibili, però non si togle o uero non si comprende dal uiso per la distantia. Quando el uiso arà sentito comprende quello essere continuo auenga che in esso discretione allo auiso comprenderà la continuatione et la cognitione insino da poi che ciascheduno de’ due corpi contigui diuerso dall’ uno all’ altro. Et giudicherà la continuatione e’ l numero si comprenderà dal uiso. E’ 11a metà del numero perchè el uiso comprende in una hora molti uisibili distinti insieme, et quando el uiso è la metà del momento, el numero si comprende. Addunque per lo senso del uiso et per la comprensione di molti uisibili distinti quando el uiso gli arà compreso, insieme arà compreso la distinctione di quelli, arà compreso che ciascuni diuersi l’ uno da l’ altro. Secondo addunque questo modo si comprende questo modo. Si comprende el numero per lo senso del uiso. Ma molto si comprende dal uiso per comperatione della cosa mota. page

Cap. 16

El uiso quando arà compreso el uisibile mosso et quando arà compreso 1’ altro uisibile, comprenderà il uisibile d’ esso mosso, quando l’ altro uisibile comprenderà l’ altro uisibile e’ l sito d’ esso per rispetto di quello uisibile mosso. Et quando el uisibile mosso et quello altro uisibile non fosse mosso per lo moto del uisibile, per lo quale el uisibile di quello moto si diuersificherà a rispetto di quegli altri uisibili non mosso apresso al mosso. Al moto quando el uiso arà compreso, esso comprenderà el uisibile e’ l sito. El uisibile arà compreso et comprenderà con esso el sito ad esso rispetto quello uisibile comprenderà el moto d’ esso. El moto comprenderà addunque si comprende dal uiso per la comprensione della diuersità del sito della cosa uisa mossa a rispecto dell’ altra. El moto addunque si discerne dal uiso secondo alcuni de’ tre modi a rispecto della cosa uisa. Mosso ad uno uisibile primamente quando el uiso arà compreso la cosa uisa. Quando el uiso arà compreso el uiso della cosa uisa el sito d’ esso arà mutato a rispetto della uisa et mota ad uno luogo uisibile. Et la remotione d’ essa è quando el uiso fosse remoto cioè quieto: e‘ lla cosa uisa fosse mossa a rispetto è in esso uiso. Se addunque il moto della cosa fosse secondo lo spatio lato o uuoi largo, si muterà lo luogo d’ essa et sentirà el uiso la mutatione dello luogo d’ essa quiescente, el uiso sentirà el moto d’ essa e’ 1 moto della cosa uisa nella longitudine offensa. page Tra essa e’ l uiso o la cosa uisa si allongherà per lo moto del uiso che ella si appropinquerà. Et quando el uiso arà sentito quella parte di quella longitudine, quando fusse mutata, sentirà el uiso la mutatione d’ essa existente el uiso nel suo luogo sentirà el moto. Addunque questo modo comprenderà el uiso ciascuno di questi modi. Ancora che’ l uiso si muoua et questo sarà quando el uiso arà compreso o ueramente sentito la diuersità del sito, la quale diuersità muoue quella cosa uisa et tra‘ lle due diuersità del quale è el sito del uiso. Et quando addunque el uiso arà sentito la diuersità del uiso della cosa uisa della forma della cosa uisa mota, si muoue nel uiso per lo moto d’ essa. Ma’ l uiso non comprende el moto pel moto della forma nel uiso solamente. Anche el uiso solamente non comprende el moto della cosa se non per comperatione della cosa uisa. A l’ altri modi abbiamo dichiarati della cosa uisa quiescente. Alcuna uolta si muoue nel uiso con quiete di quella cosa uisa, et per questo el uiso no’ lla comprende. Et alcuna uolta si muoue nel uiso con quiete di quella cosa uisa; per questo el uiso no’ lla comprende. Quando el uiso la muouerà secondo la oppositione, si muouerà la forma et ciascheduna cosa uisa opposita al uiso nella superficie apresso al moto a rispetto del uiso. Addunque se ’ l uiso della cosa fosse secondo lo spatio et perchè el uiso è già assueto al moto della forma colla forma et già assueto è colla quiete di quelle cose uise et non giudiche- page rà el moto di quella cosa uisa per lo moto della forma fusse d’ una cosa uisa, arà compreso a rispetto della diuersità del uiso et della forma et della cosa moto, arà prima compreso a rispetto dell’ altra forma della cosa uisa per mutatione delle forme in uno medesimo luogo del uiso che sarà in luogo circulare el moto. Addunque non si comprende dal uiso se non. Addunque e modi noi abbiamo distinti. Ma‘ lla comprensione della qualità del modo per la comprensione dello spatio sopra al quale si muoue la cosa uisa moterà circularmente el uiso, comprenderà el moto d’ essa esser circulare per amor della comprensione delle mutationi delle parti d’ esse sequenti el uiso o ueramente alcuna cosa uisa o d’ uno rispetto d’ alcuna delle parti o uuoi alcune parti di diuersi uisibili l’ uno dopo 1’ altro. Et la parte d’ una parte d’ una cosa dopo 1’ altra colla quiete della totalità cioè della totalità della cosa uisa nel suo luogo. Et se lo luogo della cosa fusse composto del moto circulare e‘ lle cose el uiso comprendino quello moto essere composto della comprensione della mutatione dell’ opere della cosa mossa a rispetto del uiso a rispetto dell’ altra cosa uisa colla comprensione del moto della totalità della cosa uisa del suo luogo della comprensione del moto del suo luogo. Secondo questi modi del uiso comprendendo la qualità del moto de’ uisibili, el uiso non comprende el moto sotto il tempo, imperò che non si fa se non in tempo. Et ogni parte del moto perchè ogni parte non è se non page è in tempo, el uiso non comprende el moto per la comprensione della cosa uisa. Se per la cosa uisa compresa in due luoghi o secondo due siti. El luogo diuerso secondo due siti. Et secondo el luogo e’ 1 sito della cosa uisa et non si diuersifica se non è in tempo. Quando ell‘ arà compreso el uiso compresa la cosa uiso o in due modi diuersi o in duo siti diuersi non sarà. Et non sarà in due ore diuerse intra ciascun’ ora o due. El tempo el uiso non comprende el moto se non è il tempo et ancora diremo nel tempo nel quale el uiso comprende el moto se non è nel tempo. Et ancora che’ 1 tempo nel quale el uiso comprende el moto non sarà se non sensibile, perchè el uiso non comprende se non el moto se non per la comprensione della cosa uisa in due luoghi diuersi in uno luogo dopo l’ altro o secondo due siti diuersi l’ un sito dopo l’ altro. Quando addunque el uiso comprende la cosa uisa et mota nel luogo primo et nel quale comprende innanci quella, subito sentirà el sentiente che quella hora nel secondo la quale comprende nel secondo luogo è diuersa da quella la quale comprende quella la quale e lo primo luogo fu compresa se sentirà la diuersità delle due ore. Et similmente quando arà compreso il moto per diuersità del sito della cosa uisa mota per quando comprende la cosa uisa mota secondo el sito non comprende. Et non comprende allora secondo el primo sito secondo auea compresa innanci, subito sentirà la diuersità di due ore delle quali sentirà el tempo che è tra quelle. El tempo page addunque el uiso arà compreso il moto sensibile et necessariamente. E conciò sia cosa che tutte queste intentioni siano dichiarate, noi narraremo ora quello che si può adunare con quelle. Diremo addunque come il uiso comprende el moto per comprensione della cosa uisa mota secondo due siti diuersi in due ore diuerse tra le quali è tempo sensibile. Et questa è la qualità della comprensione del moto del uiso. El uiso comprende la qualità delli moti per la comprensione degli spatij sopra i quali si muouono i uisibili moti: quando addunque el uiso arà compreso due uisibili moti, arà sentito che l’ uni de’ due spatij equali sono da’ due uisibili si posano da e due uisibili si posano in uno medesimo tempo è maggiore; dello altro sentirà la uelocità della cosa uisa passante sopra il maggiore spatio. Et quando e due spatij sopra e quali si muouono due uisibili si passano in uno medesimo o uuoj passati in due moti: et similmente se el uiso la qualità di questo spatio e’ sentirà la qualità. Et similmente quando due cose mote passeranno in due medesimi tempi e quali tempi et la qualità degli spatij per li quali arà sentito la qualità de due moti. Già abbiamo detto come el uiso comprende el moto et la qualità e’ lla inequalità. Ma la quiete si comprende, ma per comprensione della cosa uisa in tempo sensibile in uno medesimo luogo secondo uno medesimo sito tra lo quale è quando in due hore diuerse tra‘ lle quali sia tempo sensibile: comprende la cosa uisa in quello tempo quies- page cente el moto si comprende e’ I senso et la cosa uisa a rispetto dell’ altra cosa uisa quiescente. Addunque questo modo lo quale el uiso arà comprensione della quiete delli uisibili dal uiso 1’ asperità si comprende dal uiso in maggior parte per la forma della luce apparente nella superficie del corpo aspro apresso, perchè 1’ asperità è diuersa dal uiso la qual cosa la luce quando nasce sopra la superficie di quello corpo la parte perueniente farà ombra nella maggior parte. Et quando uerrà nella parte profonda, saranno ancora con quella ombra, et la parte perueniente sarà manifesta alla luce discoperta al uiso. Et quando nelle parti profonde uenienti uengono 1’ ombre, l’ ombre sono perminenti, non ui sarà ombra se diuersificherà la forma della luce, sopra quella sarà luci mote di consimile superficie. La forma addunque della luce nella superficie del corpo aspera et diuersa della forma della luce la quale à la superficie piana per la frequentatione della uisione della superficie aspera et piana de’ corpi secondo el modo el quale era usato nelle superficie piane, giudicheranno le planitie nelle planitie di quello corpo e' lla superficie quando la asperità fosse extranea, saranno pereminenti d’ alcuna quantità et cosi el uiso comprenderà la perminentia di quelle parti. Et comprenderà el sito della superficie de’ corpi per la comprensione della distantia la quale è tra la parte, quando el uiso arà compreso la diuersità de’ siti delle parti della superficie de’ corpi per la page comprensione della distantia la quale è tra‘ lle parti. Quando el uiso arà compreso la diuersità de’ siti delle parti della superficie del corpo, comprenderà l’ asperità d’ esso sanca indigentia a considerare la luce. Et ancor quando l’ asperità fosse extranea et nasca sopra essa luce, sarà forma della luce nella superficie è grandissima diuersità. Vedrassi addunche per la diuersità della luce la distantia della parte et del sito d’ esse. Et per questo à paura la distantia del corpo. La asperità del corpo si è addunque la luce aspera appartenente alla superfluità del corpo, perchè 1’ asperità et diuersità del sito et la parte della superficie del corpo è perchè la diuersità del sito et della superficie per la qualcosa la luce quando nasce sopra la superficie di quello corpo la parte perueniente faranno ombra nella maggior parte. Quando sarà sopra quello corpo, nasce la superficie di quello corpo la parte perueniente faranno ombra.

Cap. 17

Et similmente 1’ amplitudine della faccia quando essa fosse proportìonale alla quantità delli membri colla forma, sarà bella colla faccia purchè la faccia non sia molto larghissima e' lli membri della faccia siano proportionali alla quantità di tutta la faccia fusse di membri larga, sarà bella purch’ ella non sia molto larghissima, e membri siano proportionali alla quantità di tutta. Quando la faccia fosse larga di grandissima largheza, li membri che sono in essa sarebbono piccoli et non page proportionali alla quantità d’ essa et non sare bella auenga che la quantità degli membri siano proportionali et la figura d’essa sia bella. Et similmente quando fusse piccola faccia et stretta e’ lle membra d’ esse fossono grandi cioè le membra della faccia, sarà la faccia brutta. Et quando le membra fossono proportionali alla quantità della largheza et della faccia, sarà la forma bella auenga che‘ lli membri per se non sieno belli. Ma la proportionalità solamente fa pulcritudine. Et quando addunche nella forma si congregheranno la belleca della figura di ciascuna pulcritudine parte d’essa, sarà belleca della quantità et della compositione d’ esse e‘ lla proportionalità de’ membri secondo le figure e la magnitudine de’ siti et secondo questo ancora fossono proportionali a tutta la figura della faccia et la quantità sarebbe in fine di pulcritudine, sarebbe bellissima. Similmente la scrittura non sarebbe bella se non quando le lettere sue proportionali in figura et in quantità et in sito et in ordine et in tutti i modi de’ uisibili colle guali si congregano con esse tutti le parti diuerse. Quando tu arai considerato le forme belle di tutti i modi delli uisibili, trouerrà che‘ lla proportionalità fa pulcritudine più che nessuna altra intentione congiunta per se. Et quando si considera la intentione e’ lle intentioni belle le quali fanno il particulare per la loro congiuntione insieme et trouare che‘ lla pulcritudine la quale appare per la congiuntione di page quelle et non è per la proportionalità, perchè ogni uolta non si numera o uuoi non si risguarderanno quelle intentioni. O sia la pulcritudine in alcuna forma: et questa è per la pulcritudine. Non questo per la proportionalità la quale congit tra quelle intentioni e' lla pulcritudine. Addunque non è per la intentione particulare e’ lla perfectione d’ esse et della proportionalità et consonantia la quale si fa tra‘ lla intentione particulare. Gia è dichiarato per tutto quello noi abbiamo delle forme. Et colla forma bella compresa dal uiso, perchè non sono belle se non per la intentione; la intentione particulare è per la intentione di quelle et per la proportionalità d’ essa insieme. El uiso comprende le intentioni predette particulari son per le composte. Quando addunque el uiso comprende alcuna cosa uisa et fusse alcuna intentione in quella cosa uisa particulare che faccia pulcritudine per se, et guati el uiso et quella intentione peruerrà la forma di quella intentione per se dopo lo risguardare appresso el sentiente, et comprende la uirtù distintiua della cosa uisa et comprende nella quale è quella distintione, perchè la forma di ciascuna cosa uisa è composta di molte intentioni et della intentione le quali sono in quelle, et non comprenderà la pulcritudine di quella. Quando arà distinto le intentioni le quali sono in quelle sarà alcuna intentione di quelle. Et secondo el modo fa belleca subito el uiso a preso allo risguardamento di quello guatare, comprenderà quella inten- page tione, et se quando arà compresa quella comprensione, distinguerassi la uirtù distintiua et comprenderà la pulcritudine la quale è in essa. Et per questa comprensione comprenderai di quella cosa uisa. Et quando el uiso arà compreso alcuna cosa uisa in quella uisa fusse pulcritudine composta delle intentioni coniunte della nostra intentione o fusse risguardante, a quella arà compreso la intentione che sarà in quella. Et modo noi abbiamo distinto et dichiarato e’ lla forma et la turpitudine è forma carente o uuoi bisognosa di ciascuna perfetta intentione, che già è predetto che’ lla intentione d’ esso particulare sono pulcritudine. E’ lla consimilitudine et qualità di due forme et di due intentioni nelle cose le quali sono consimili. Quando el uiso arà compreso due forme et due intentioni consimili insieme, comprenderà la consimilitudine di quelle et della comprensione di ciascheduna delle due forme, et della intentione per comperatione dell’ una di quelle all’ altra per la diuersità et per la comprensione della diuersità si comprendono dal uiso. nel libro delle cagioni, Et Boetio el dice nel V. libro della consolatione della phylosophia. Addunche conuiene che la spetie della cosa abbia l’ essere corporale. Ancora la spetie fa l’ operatione corporale si come la spetie del caldo riscalda el corpo et diseccalo et fa’ llo putrido, et cosi è dell’ altre spetie et similitu- page dini delle cose. Addunque conciò sia cosa che questa spetie facci el caldo uniuocamente cioè d’ una medesima ragione et mediante il caldo fa poi l’ altre cose, è necessario che questa spetie sia corporale però che’ lla cosa spirituale non fa l’ operatìone corporale uniuocamente. Et massimamente questo fa che’ lla spetie è d’ una medesima natura et d’ una medesima essentia col effecto compiuto della cosa che lo fa. Et questo effetto si fa quando la cosa che fa diuenta potente sopra quella che patisce, però che nel principio quando le legne si riscaldano mentre che sono legne ànno similitudine del fuoco et poi l’ operatìone è fortificata et la spetie si muoue a’ ffare el fuoco compiuto. Quando el fuoco ara corrotto la natura specifica delle legne et diuenta fiamma et carbone, addunque la spetie del fuoco non à differentia e’ l carbone dalla fiamma, se non come la cosa non compiuta dalla compiuta. Addunque è manifesto che’ lle spetie delle cose corporali et materiali sempre aranno l’ essere corporale et materiale. Onde stolta cosa è pensare el contrario. Addunque quando Aristotile et Auerois dicono che la spetie è similitudine della cosa, à l’ essere spirituale nel mezo doue ella è nel nostro senso, è manifesto che questo nome spirituale si deriua dallo spirito et non propriamente, ma inpropriamente et per diuersa ragione. Et questo è uero però che’ lla spetie si pigla per cosa inuisibile, si come el idio è cosa inuisibile et non si comprende page dal nostro senso. Et però noi riuolgiamo e nomi et chiamiamo cose spiritualj le cose che non si sentono et non si comprendono per gli nostri sensi, noi le chiamiamo cose spirituali. Ma questo è equiuocamente et per diuersa ragione, è fuori del uero et proprio sentimento della cosa spiritual. Onde la spetie et similitudine delle cose non caggiono sotto el senso forte et diligente per loro medesime. Conciò sia cosa che niente si possa uedere se non la cosa densa cioè che à le parti molto strette, però che solo questa cosa può nel uedere passare. Ma la luce o uero la spetie del colore non si può uedere per se medesima nell’ aria trasparente et chiara. Ma puossi uedere accidentalmente per la figura determinata della finestra della quale la luce è figurata et ancora è ueduta per cagione de’ luoghi oscuri intorno, acciochè in questo modo el contrario è posto a’ llato al suo contrario apparisca più ageuolmente. Similmente quando il razo del sole passa per lo uetro o per uno panno fortemente colorato, la spetie del colore apparisce nel corpo oscuro. Ma questo è in due modi, prima accidentalmente per la troppa chiarità della luce per rispetto della luce del colore o per rispetto del corpo oscuro ch’ è ancora opposto alla luce. Et nel corpo delle stelle si uede la spetie della luce del sole, ma non per se medesima, ma per la densità del corpo della stella che per la sua densità termina el uedere: è la cosa densa cagione della alluminatione, si co- page me è noto di sopra. Addunque in questi casi la spetie della cosa ueduta accidentalmente alcuna uolta è ueduta per la troppa deboleca del uedere et per la negligentia dell’ atto del uedere, si exporrà di sotto in certi casi et però che solo accidentalmente o per difetto del uedere o per negligentia le spetie delle cose uisibili possono essere comprese in alcuno modo, quasi a chaso. Et però non sono esse spetie dette uisibili nè sensibilmente nè con nome assoluto et libero. Et similmente auiene nelle cose che si toccano et odoronsi et nelle altre spetie delle cose sensibili, delle quali non cognoscono e sensi nè per se nè accidentalmente et però le spetie delle cose sono insensibili, et perchè elle sono insensibili però si chiamano spirituali. Ma questa spiritualità non è contraria allo essere corporale et materiale nelle cose materiali et corporali. Ancora che‘ lle spetie concorrono in una spetie. Et ueramente di più spetie se ne fa una et questo è manifesto per Alacen auctore della prospectiua et per Tolomeo e quali dicono questo; è ancora manifesto per quelle cose sono dette di sopra della prima cosa che sente in noi. Imperò che si conuiene che due spetie uegnenti dagli occhi adiuentino una in quella prima cosa che sente acciò che la cosa ueduta paia una et non due. Et Alacen dice nel primo che le luci non sono mescolate nel meco doue sono. Et tale meco manifestamente insegna el mescuglo delle spetie nel terco libro. Ma Alacen uuole prouare per page isperimento che diuerse luci non si mescolano nell’ aria. Quando tre candele sono dirimpetto a uno foro però che’ lle luci appariscono allora di là dal foro distinte et diuise insieme, addunque elle sono distinte nel foro, come pare che dica Alacen qui et dice, che niuno s’ intende el uero mescuglo et in altro modo si dice essere diuisione però che in uerità esse luci si mescolano nel foro. Ma perchè la luce ua con diritto andare, mentre che ella è multiplicata in uno medesimo meco, però chonuiene che'lla luce di ciascuna candela si come innanca foro passa per diuerse linee diritte, cosi conuien che passi oltra al foro secondo la multiplicatione principale. Et però gli andamenti primi et principali si diuidono oltre al foro si come innanci el foro la multiplicatione accidentale di due candele corre colla multiplicatione accidentale della terca candela, et cosi fa el mescuglo oltre al foro ma perchè la multiplicatione accidentale non pone in numero colla principale nè il uedere giudica di quella multiplicatione, perchè ella è occulta et nascosa per la principale. Et però a noi non apparisce confusione nel mescuglo ne’ luoghi doue caggino e lumi delle candele. Addunque in certo caso et mescuglo. Ma è mescuglo de’ lumi della luce accidentale colla principale. Et l’ auctore niega la apparentia del mescuglo doue elleno caggiono, et questo io concedo e quiui; et non dimeno è il mescuglo ch’ io dissi. Ma et nel foro conuiene ch’ essi mescoli page di mescuglo naturale. Et diuenti una luce non diuisa et questo non niega 1’ auctore. Ma se noi consideriamo le luci nel foro in quanto elle sono diritte agli andamenti principali diuisi dopo al foro, come io dissi innanci, cosi sono per rispetto di diuersi andamenti principali nelle quali esse luci sono da douere deriuare e andare esse son dette essere diuise et non distinte nel foro, ma essere distinte in questo modo et per esso è inteso equiuocamente et non è contrario alla uera missione o mescuglo assolutamente, ma questo e per effecto et non per forma imperò che solo questo sono diuise nel foro et non perchè abbi el caldo in se. Addunque qualunche antichi saui et phylosophi dichino che’ lle spetie della luce et del colore o altre spetie sieno in se distinte insieme nel meco, questo non è da intendere assolutamente et semplicemente, ma sono dette distinte esse specie però che sanno gli andamenti diuisi oltra al luogo del mescuglo si come innanci.

Cap. 18

Poichè la confusione del uedere è uacuata et dichiarata, ora è da dimostrare come gli altri inconuenienti siano schifati però che se i raci della piramide uisuale concorrino nel centro dello humore graciale dinanci, allora conuiene siano diuisi insieme. Et quello che fu destro sia fatto sinistro et quello di sopra diuenti quello di sotto, et cosi tutto l’ ordine della cosa ueduta sarà mutato, si come ageuolmente apparisce nella figura di sotto et cosi la spetie della cosa non uerrà page al luogo suo, ma uerrà alla parte contraria et cosi dalla parte sinestra et delle altre differentie. Et però acciò che questo errore sia schifato acciò che‘ lla spetie della parte destra corra alla parte sinistra cioè alla sua parte. Et cosi dell’ altre parti conuiensi considerare se alcuna cosa è tra lo humore graciale dinanci et tra il centro suo che impedisca questo concorso, et però la natura s’è ingegnata di porre lo humore uitreo innanci al centro humore graciale che’ è d’ altra diafanità et trasparentia et altro centro acciò che’ lla fractione cioè el rompimento si possa fare in lui, acciochè i raci della piramide sieno dilungatì dal concorso nel centro dello humore graciale di che passa per tutti e centri siano declinanti agli anguli obliqui sopra allo humore uitreo e d’ una altra diafanità, conuiene che tutti i raci si rompano nella superficie d’ esso humore uitreo, si come è certificato di sopra nelle fractione et però lo humore uitreo è più denso dalla parte dinanci dello humore graciale; però che conuiene che’ lla fractione tra l’ andare diritto et tra‘ lla linea perpendiculare da essere tirata et mossa dal luogo della fractione, si come e fu manifesto nella multiplicatione delle spetie; per la qual cosa è bisogno che il raco MQ quando uiene nel punto Q nella superficie dello humore uitreo che à nome GDF non passi per diritto andare nel centro A dello humore graciale, dinanci el quale è GHF, ma bisogna che si rompa nel punto Q tra’ llo andare di- page ritto che è QA et tra’ 1 perpendiculare da essere menata dal luogo della fractione el quale è Q nello humore uitreo, la quale linea perpendiculare è BL: però che BL nel centro dello humore uitreo che è B, et cosi la spetie et la similitudine destra anderà sempre secondo la sua parte infino ch’ ella uenga al punto del neruo comune che è C. Et non e’ anderà secondo la parte sinistra a uno medesimo raco che à nome PV et non corre nel centro A dello humore graciale dinanci: ma ronperassi per lo andare diritto. Ma corrono le spetie uniforme nè in alcuno modo mutano il loro passamento retto sanza la torteca de’ nerui sanca linea fluat tortuosa, non secondo linea retta: sicut facit in corporibus mundi inanimatis, dum cum inanimatum sempre uadia per uia recta.

Cap. 19

Vna linea contiene li centri di tutte le tuniche et di tutti gli humori et pruouasi perfetto imperò che non potrebbe altrimenti la luce entrare in tutte le tunici, la luce è in tutti gli humori o alcuno raco et non potrebbe non rotto et per consequente la certificatione non potrebbe essere per diportatione dell’ occhio dallo extremo allo extremo, la qual cosa è falsa. Di tutti li raci nascenti sopra il uedere è necessario uno solo trapassare non rotto. Per la qual cosa le spere è impossibile con una linea più perpendiculare. Addunque la raggiosa della piramide sotta la quale la cosa si uede, tutta la cosa si uede tutta si rompe. Nello page entrare della glaciale interiore è rotta quella linea la quale trapassa per tutti i centri la quale si chiama Assis, il uedere nel glaciale. Questo s’ amaestra per isperimento imperò se gli altri in qualunche tunica o uero humore uenga offensione saluo alla glaciale, per medicina riceue la curatione et sanasi et restitiuisce el uedere. Et essa corotta si corrompe inrecuperabilmente il uedere. Per questo è fatto nella glaciale l’ ordinatione della spetie, si come della cosa che fuori la possibilità apparisce non ostante la piccoleca della graciale, imperò che tante sono le parti minime di grandeca quante sono le massime. E‘ lle spetie si riceuono la materia. Addunque qualunche cosa sia uisibile della quale si uegga la sua spetie distintamente et ordinatamente può essere riceuuta nello humore glaciale, la qual cosa se non fusse fatta, l’ occhio distintamente non uedrebbe la cosa imperò che se’ lla spetie delle due parti della cosa uisibile in essa medesima parte della glaciale si riceuano non si cognoscerebbono distintamente dalla cosa per la confusione delle forme in essa medesima parte. La comprensione delle cosa uisibile è fatta per la piramide radiosa, la certificatione della apprensione et per l’ asse trasportata sopra alla cosa uisibile. Però che’ lla piramide radiosa impresa dall’ occhio uisibile rapresentata la cosa all’ occhio. Ma la certificatione è fatta del uisibile per lo giramento dell’ occhio sopra alla cosa, la quale è fondamento del- page la piramide, auenga idio però che tutta la piramide sia perpendiculare sopra alla pupilla dell’ occhio cioè della glaciale anteriore, per tanto non sopra tutto l’ occhio onde quella perpendiculare che si dice Assis, la quale non si rompe rapresentata la cosa efficacemente. Et gli altri raci ancora li quali sono più presso et più forti et più potenti nel rapresentare. Addunque a questo l’ occhio si gira acciochè la cosa la quale è insieme a esso si rapresenta sotto la piramide, per questa perpendicularmente et successiuamente nascendo si discerna. Questa certificatione dice l’ auctore del uedere che niuna cosa uisibile tutta insieme si uede ma nella mutatione della piramide. Onde dicono tutti e parlanti che ogni cosa la quale si uede sotto l’ angulo o uero la forma del triangulo.

▼ Cap. 20-29